Pensare liberaMente

lunedì 10 ottobre 2011

Grazie amore mio

Eccoci qua, è lunedì sera...quasi ora di cena. Le famiglie, quelle normali, si "affannano" a preparare la tavola, a chiamare i figli attaccati alla play-station o stanno tornando a casa intrappolati dal traffico di questa L'Aquila diventata un pò la periferia di Roma. C'è calore in quelle case, c'è amore, c'è luce, c'è vita. Questa vita me la sono scelta, non è fatta di tavole apparecchiate, di play-station accese, di forni e fornelli, di piccoli me in giro per casa. Qui c'è silenzio. Qui ci sono io, con me e i tasti di questo computer pigiati a dare voce ai miei pensieri. No, non sono triste o rammaricato o pentito. Non sono neanche "invidioso" del calore familiare. Me l'hanno portato via prima che potessi capire della sua importanza, della sua caratteristica di cellula primaria della società. Non ce l'ho con chi mi girato le spalle e neanche con chi mi ha caricato del fardello di un'assenza. Si, potevo farmi una famiglia tutta mia; oddio, sono ancora in tempo, ma il tempo mi ha indurito, non pietrificato però. Amo la mia indipendenza, non la baratterei con niente al mondo, e non capisco perchè a volte, sempre più spesso avverto il vuoto attorno a me. Sono in realtà confuso, indeciso, spaventato da questa nuova emozione che sempre di più mi invade e alla quale non so dare risposta o soluzione. Comunico, interagisco, mi confronto, cerco di fare del mio meglio sia con me con con chi condivide le mie giornate. Ho imparato ad essere più cordiale, ad abbassare la voce ed i toni, a dire mi dispiace, a dire "ho sbagliato" quando serve, ad essere uomo. A prendere decisioni e a difenderle, a cambiare idea quando lo reputo giusto, perchè solo i saccenti e gli arroganti non cambiano idea. Ho imparato ad ascoltare sia me che gli altri; ho imparato che non sono invincibile, che posso permettermi di sbagliare, che sono umano e in quanto tale imperfetto. Ho imparato tante cose, nessuno, o quasi, me le ha insegnate e non esiste un libretto delle istruzioni per la vita....ho dovuto attendere, passare attraverso le forche caudine della mia intolleranza verso me stesso e riscoprirmi uomo alla fine. Oggi ho 40 anni e non vorrei aver paura di amare. Già ho imparato tante cose, ma non sono certo di aver imparato ad amare. Sto tentando di amare me stesso prima di tutto, è una cosa nuova, ma solo per il fatto di stare qui a dire di me, credo che un paio di gradini l'ho saliti. C'è una persona che mi ha insegnato a dire "ti voglio bene" senza sentire la vergogna e quella sensazione di fragilità e nudità sentimentale che non mi sono mai permesso. E' una ragazzina di 12 anni, la mia bella copia, mia nipote Alessandra. Grazie zio, ti voglio bene. Un bacio a te e alla piccola Alice.
Adesso scusate e riprendete la vostra cena, avevo solo bisogno di parlarmi un pò. 
Tnx an see u soon

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