Pensare liberaMente

mercoledì 21 dicembre 2011

...Buon Natale...

Quanto sarà che non scrivo a Babbo Natale ? Allora ho 40 anni, a circa 10 o 11 anni credo di aver smesso di crederci...forse anche più tardi....! Vabbè diciamo che sono più o meno 30 anni che non ci "sentiamo" più con quel panciuto omone dalla barba folta e bianca bianca.
L'altro giorno ho fatto una figura pessima; mi ha telefonato mia nipote (12 anni) ed ho colto al volo l'occasione per chiderle cosa desiderasse per Natale...ma le ho chiesto se avesse scritto a Babbo Natale. Lei, con tono sconsolato, mi ha detto: ziooooo ! Ho capito che anche lei è passata dalla parte di quelli che "Babbo Natale non esiste".
Ok non esiste realmente, ma esiste l'idea del Babbo Natale...quella specie di sentimento caldo e spensierato dove ogni tanto mi rifuggio, dove tutto si può chiedere pur sapendo che è solo un'illusione; ma un'illusione "reale" dove sognare ad occhi aperti, tanto non costa niente...dove fare grandi progetti e spianare la strada che troppe volte si mette in salita sotto le nostre scarpe.
Che chiederei oggi a Babbo Natale ? Ho tutto e non ho niente, a questa amara conclusione ci sono arrivato finalmente; si dice che per risolvere un problema bisogna partire dall'accettazione del problema, dalla capacità di dire "ho un problema"...ebbene io ho un problema (magari fosse solo uno), non è grave, non ho fortunatamente una brutta malattia, perchè poi alla fine, quello che veramente conta, è la salute. Ai voglia ad avere mucchi di denari sparsi quà e là, se stai male, ma veramente male, con i soldi ci compri solo una bella lapide...mhhhh che pensiero macabro, ma scusatemi le mie dita battono sulla tastiera libere come il vento. 
Dopo questa bella razione di ovvietà, direi di concentrarci sulla lettera a Babbo Natale !
Ero rimasto alla domanda: cosa chiedere oggi a Babbo Natale ? La pace nel mondo ? Cibo e acqua per tutti ? Accesso alle cure mediche in ogni parte del mondo ? Oppure una nostrana manovra economica equa ? Mah ! Mi sembrano tutte cose lodevoli, giganti, e non so se sia giusto rivolgersi proprio a Babbo Natale...forse sarebbe meglio chiederlo agli uomini potenti di questa terra, loro potrebbero, con un pò di volontà, e meno ingordigia, fare veramente qualcosa per chi ogni giorno muore per la mancanza di un vaccino da pochi centesimi di euro. 
Io caro Babbo Natale non so che chiederti; guardandomi intorno e dentro, mi sento un privilegiato. Ho 40 anni, un lavoro, una macchina, una moto e una casa che non ha fatto una piega quella notte. La salute non mi manca; sono un pò stressato e delle sane chiacchierate con Vittorio Sconci me le faccio, ma più di questo...boh.....non credo di potermi lamentare. L'Aquila, forse mi manca un pò....ma mi sto abituando anche, e purtoppo, a questo concetto di nuova città. E' vero che da 50 anni aveva bisogno di una bella rimessa a posto, ma si poteva fare anche senza tutto il dolore, il lutto, il disagio che madre terra ha deciso di "donarci". Pietà eterna a chi hai voluto portare via dagli affetti dei propri cari, non stancherò mai di ricordarlo.
Ecco forse posso chiederti di portare un pò di sollievo nei cuori di chi soffre veramente; io non sono Cattolico, neanche Musulmano, e non abbraccio alcuna religione monoteista, per cui mi sembrerebbe poco corretto rivolgermi ad uno dei "capi" di queste onorevoli religioni per dare un colpo di spugna alla mia coscenza nei giorni del Natale Cristiano.
Caro Babbo Natale, se riesci a portare un pò di pace in quei cuori, passa anche dalle mie parti...fermati solo per qualche secondo, accarezzami il viso mentre dormo, fammi sentire il calore della tua mano, ma anche la sua ruvidezza di persona anziana, fammi ricordare solo per un momento le Sue carezze, non aprirò gli occhi anche se mi sveglierai, mi lascerò credere che sia Lei a toccarmi il viso, ancora una volta, e poi corri via, vai dai veri bisognosi.
Buon Natale Nonna.

domenica 18 dicembre 2011

Come sarà il vostro Natale ?

Allora ? Come sarà questo Natale, come sarà il vostro Natale ? Giochi, parenti amici, serate, tombolate, camino e albero accesi, vestiti comodi, informali, tra le mura di casa, con la famiglia, con mamma e papà, o come ? 
Il mio ? Non lo so, ma sarà il primo da solo. Almeno di qualche cambiamento dell'ultima ora, non farò niente. Niente camino, niente parenti, niente mamma ne papà. 
No, non sto cercando un invito, sto scaricando la mia frustrazione.
Qualche giorno fa parlando con un'amica, le ho detto che avendo finito tardi di lavorare, e non avendo voglia di cucinare, me ne sono andato a cena al ristorante del mio amico Enrico, nella cucina del ristorante del mio amico Enrico. Lei mi ha detto, con mio stupore "che fortuna che hai !!" 
La fortuna di poter decidere di me in qualsiasi momento della giornata, di non dover rendere conto e ragione a niente e nessuno. Costa cara questa fortuna, ho pensato. 
A parte avere un sentimento di dispiacere per la mia amica, non ho pensato a quale esorbitante prezzo pago la mia autonomia, che si chiama a volte, solitudine.
Tante volte è una coperta calda che ti avvolge e ti riscalda, altre è un vento freddo che ti sferza la faccia e non hai modo di ripararti.
A dire la verità non ho voglia di passare Natale con chi non mi fa stare bene, e oggi sono veramente ridotte al lumicino le persone che mi destano un sentimento di serenità. 
Quando si diventa adulti ci si perde, e la tua famiglia, se non si sono creati solide basi, implode in se stessa ed è inutile ed ipocrita andare in giro a raccattarne i pezzi solo per non sentirsi solo per qualche ora.
E' lontanissimo il tempo delle tombolate in famiglia, delle cocchie di mandarino che non bastano mai, della mezzanotte in cui Nonna diceva "è nato il bambinello" e la si doveva accompagnare a Messa.
La mia famiglia si è evoluta, ma, a differenza di tutte le cose della natura che evolvendo si migliorano, della mia famiglia non esiste più niente, neanche il luogo naturale del Natale.
Non voglio reinventarmi per non sentirmi come adesso, non voglio scendere a compromessi, non voglio un giorno dover dire "che fortuna che hai" a qualcuno che si permette di andare a cena fuori senza creare a disagio a una o più persone.
Si è vero, se però si mettono sul piatto di una bilancia i pro e i contro, alla fine la bilancia probabilmente penderà per i pro, ma devo decidere della mia vita in base all'indicatore di una vecchia bilancia ? No, voglio tutto o niente, non voglio più ombre e neanche rimpianti, voglio essere sereno e non essere costretto a sorridere. Voglio ridere dentro, anche se fuori scenderà una lacrima.

TNX and see u soon

lunedì 12 dicembre 2011

Che cosa siamo ?

Le cose stanno tornando alla normalità, quella normalità che ci è stata tolta la notte del 6 aprile 2009 alle 3.32 del mattino. 
La vita sta tornando allo standard qualitativo che avevamo prima della scossa di terremoto che ha smosso le nostre anime. 
I pensieri e le opere vanno rientrando nel binario che fu scardinato in una fredda notte di inizio primavera.
Il modo di agire nel quotidiano si sta avvicinando a quello che avevamo pochi secondi prima che lo sfregare di due sassi portasse la devastazione nei nostri territori.
Dai ci siamo quasi, ancora un piccolo sforzo e torneremo ad essere e comportarci come prima: egoisti, invidiosi, qualunquisti, piccolo borghesucci, sto bene io stanno bene tutti, o con me o contro di me, il mio orto sta bene sti cazzi de tuo. E ci avviciniamo al Natale, mai come quest'anno sento di non essercelo meritato, specialmente per la bagarre degli ultimi giorni. 
Qui è tutti contro tutti, com'era d'altronde prima del terremoto. Gli animi si stanno raffreddando, o arrendendo, piano piano. L'occhio e la mente percepiscano normalità la visone di interi porzioni di vita, bombardate al pari della Beirut degli anni 80
Ma che cosa stiamo diventando ? Possibile che la goccia della burocrazia stia scavando la roccia dei nostri cuori ?
Eravamo partiti così bene ! Coesi, uniti, poveri ma belli come si dice. Con le scarpe bucate ma con il cuore aperto alle esigenze dell'altro, del vicino e del diverso. Era nata una nuova comunità, attenta ai bisogni degli altri sicura che qualcun'latro, allo stesso tempo, fosse attento ai nostri. 
Eravamo comprensivi, educati, composti...un modello per tutta l'Italia che ci guardava. Fieri e orgogliosi di essere aquilani.
L'idillio è durato quel poco da ripiegarsi su se stesso; fino a quando siamo stati emigranti, confinati nei campi, allontanati dalla nostra amata città siamo stati in grado di far fiorire l'orgoglio che montagne smosse. Quando siamo tornati, per quelli che sono tornati, ad occupare i nostri posti tutta questa forza, tutto quello che normalmente dovrebbe essere, è svanito come neve al sole. 
Ma siamo animali sociali o solo misantropi profittatori in cerca di opportunità per il proprio tornaconto ?

TNX and see u soon

lunedì 5 dicembre 2011

Atleti si, ma...


Come è noto ai molti miei amici e conoscenti, nel tempo libero, da quasi 16 anni, mi impegno, e mi diverto soprattutto, a fare l’allenatore di nuoto.
Lo faccio con passione immensa, con amore, con professionalità, anteponendo alle mie esigenze, e spesso, a quelle delle Società che ho rappresentato e che oggi rappresento, i desideri dei miei atleti.
Mi scontro, urlo, strillo e strepito per tenere fede alla mia linea, a volte cambio idea, a volte smusso le mie posizioni piene di spigoli, perché capisco che è il caso di fare un passo indietro.
Negli anni ho allenato atleti di ogni sorta, capoccioni, stakanovisti, idealisti, perfezionisti e chi più ne ha più ne metta. Non ho mai cercato di inculcare o trasmettere il concetto di prestazione assoluta, ma semmai, ho sempre portato avanti e messo al primo posto, la prestazione relativa.
Non mi è mai interessato insegnare a vincere su tutto e su tutti; ho anzi insegnato a vincere su se stessi, sul proprio cronometro, sui propri limiti; se poi il proprio limite è quello che porta a risultati di eccellenza, beh…ben vengano…ci mancherebbe.
Non sono un allenatore il cui “rimborso spese” è legato ai risultati o alla classifica, quindi la mia passione per lo sport, per i suoi significati più profondi, sono stati sempre il motore del mio fare, sbraitare, rimproverare, lodare, urlare ed essere a volte più severo di quello che mi sarei aspettato.
Ho allenato, fino ad oggi, tre generazioni di atleti e, in questi giorni, mi sono chiesto quale fosse l’atleta migliore che mi sia mai capitato di avere tra le mani.
Tutti.
Poi mi sono chiesto che cosa, quali fossero le caratteristiche che ho sempre ricercato in un atleta.
Ognuno ha la proprie caratteristiche peculiari sulla quali, magari, insistere e puntare.
Infine, ho cercato di capire quali atleti mi piacerebbe allenare in futuro; uno stile liberista, un velocista, un capoccione o un mulo… !
La risposta è stata unanime nel conclave delle mie richieste.
Voglio allenare un orfano.

domenica 4 dicembre 2011

Sesso o amore ?


Faccio ancora outing.....!
Amore e sesso. Argomento scottante, rischio di farmi male…anzi di apparire ancora più “materiale” di quanto non lo sia già. Venditti cantava “… non c’è sesso senza amore…”, gli vorrei chiedere se lo pensava quando l’ha scritto o credeva solo fosse una frase originale, magari fuori dal coro, o fosse in rima con qualcosa o che ne so io che gli passava in testa in quel momento creativo.
Semplicemente non sono dello stesso parere. Anzi, decisamente non sono dello stesso parere, o meglio, ma che cazzata è questa ?
Non c’è sesso senza amore ? Vabbè lasciamo stare questa “licenza poetica”, ma discutiamo, o meglio, io discuto con me su questo argomento.
Passata una certa età penso si possa fare qualche sunto della propria esistenza, guardare al passato e catalogare le cose, le gioie e i dolori, le vittorie e le sconfitte…quante volte si è caduti e quanta forza ci è voluta per rimettersi in piedi, se ci sono più rimpianti o più rimorsi…insomma una specie di punto a capo.
Direi che le cose che ho elencate ci sono state tutte, finora, nella mia vita e mi aspetto altrettanto per altrettanto tempo, senza magari, nel caso, ripetere gli errori del passato.
Ma con me non si sa mai eh !!! Mai disperare, posso ancora essere un capron J
Dicevamo, sesso e amore. Io faccio una decisa distinzione tra le due meravigliose cose. Premettendo che fare l’amore presupponga fare sesso, (fatta eccezione per quello tantrico) e fare sesso no, mi stupisco ancora di chi non disgiunge le due cose. Gente matura, gente cresciuta…(in realtà con poche persone mi sono soffermato su questo delicato argomento) che va ancora in giro con il retino a catturar farfalle ! Li invidio…si, un altro peccato capitale. L’invidia.
Come sono sinceramente convinto, per vita vissuta, che fare sesso con chi ami sia la droga più potente che ci sia, lo sono allo stesso modo che fare sesso fine a se stesso abbia il suo fantastico perché…ma anche si, altroché !
Ma perché negarsi i piaceri della vita? Perché arroccarsi su posizioni arcaiche ed insostenibili, perché porgere una versione di se che non collimi con la realtà, a chi interessa più controllare il lenzuolo della prima notte di nozze ? Mh, questa i più giovani non la sanno: allora mi raccontava mia nonna, che il suo Dio l’abbia in gloria eterna, che ai suoi tempi, per onorare la propria famiglia, la famiglia dello sposo, e la rispettabilità verso la società (di allora), si usava, quando si celebrava un matrimonio, stendere, la mattina dopo, il lenzuolo del defloro alle finestre della nuova coppia.
Cioè si diceva a tutti: “guardate, ho portato la mia verginità fino al matrimonio”…salvo poi dissanguare una gallina del pollaio sullo stesso lenzuolo per suscitare lo stesso sentimento. Cose accadute, l’assicuro…! E non mi scandalizza neanche questa cosa, semmai mi scandalizza traslare quel pensare ai giorni nostri…con le dovute eccezioni.
Non mi aspetto che qualcuno arrivi vergine al matrimonio, ma dirò di più, mi auguro che chi ci arriva, lo faccia con un “bagaglio culturale” bello ampio, il più ampio possibile, perché, e sfido chiunque a negarlo, se non si va d’accordo a letto, il matrimonio diventa una reale via crucis.
E vengo al punto.
Sono contrario al matrimonio come contratto da firmare davanti alla Chiesa, istituzione nella quale non ho mai creduto, e che ultimamente rispetto ancor meno (potrei avere un blando ripensamento se le chiese e le proprietà della Chiesa di Roma, che esistono qui, a L’Aquila, fossero ricostruite a spese e con l’ausilio della Città del Vaticano) !
Non credo neanche al matrimonio civile come contratto scritto da firmare con il proprio partner…ma che porcheria è ?
Sono per le coppie di fatto e sono per l’assegno di reversibilità per chi è stato al financo di un uomo o di una donna per una vita senza sposarsi né di fronte a un Dio né di fronte ad un Sindaco.
Sono per il riconoscimento di tutti i diritti dei figli nati dall’amore tra due persone di sesso contrario, fuori dal MATRIMONIO! Ma ahimè non sono dello stesso parere (parlo di figli) per coppie omosessuali o per i single.
Ho già detto in questo luogo che sono un Darwiniano convinto e sono altrettanto convinto che un bambino, tranne che in rare eccezioni, abbia bisogno della mamma e del papà, della figura femminile e della figura maschile, della figura virile (e non ditemi che considerate la virilità un qualità da macho) e della figura femminile. La virilità e la femminilità sono imprescindibili nello sviluppo della personalità di un uomo o di una donna. Punto, su questo argomento non ammetto “se” e “ma”.
Ok ok arrivo. Ma che volevo dire? Sostenere che il sesso non c’entra niente con l’amore ? Credo di averlo detto. Che il sesso prima del matrimonio debba essere obbligatorio per legge ? Mi pare oltremodo lapalissiano. Che una scopata fuori dal coro non può far altro che bene, se non altro al cuore (cardiovascolarmente parlando)? Mi pare indubbio. Che è bene concedersi tutti i piaceri che la vita può offrire, salute e vanità permettendo ? Pensavo al cibo !!!
In conclusione, per rispondere a chi mi legge, quando faccio sesso io AMO, completamente, assolutamente, totalmente e pienamente. E mi trattengo anche in coccole spesso e volentieri. Tiè.
Non mi serve conoscere una persona, che desidero fisicamente, oltre quello che lei intende farmi sapere…sono capace di amare lo stesso, anche per una notte, anche per poche ore…e non mi precludo, a prescindere, la possibilità di amare senza fine.
In quel tempo che condivido sono il suo migliore amico, confessore e amante. Sono tutto quello che si cerca in un matrimonio, solo che per me, non me ne vogliate, il sesso è un modo intimo per conoscersi oltre le parole, i ragionamenti, le idee, i progetti, le speranze e quanto di non verbale ci sia. La capacità di darsi piacere è, per me, importante, tanto quanto sapere se si è razzisti o no…(non sono assolutamente razzista)
In definitiva sono un Epicureo non un Platonico, non contemplo, prendo, quando anche io capisco di voler essere preso.

TNX and see u soon

giovedì 1 dicembre 2011

Riflessioni terremotate....

E' un pò che ci penso a questa cosa, non capivo cosa fosse e perchè smuovesse le mie emozioni. Oggi, come ogni volta che mi alleno, mi è riuscito di svuotare la mente, renderla libera di guardare in faccia tutte le emozioni, quelle belle e quelle brutte, quelle che mi fanno stare bene e anche quelle che mi piegano le ginocchia. In tutti i miei post ho sempre evitato di parlare in maniera intima di terremoto, ognuno di noi ha avuto il suo, simile a quello dell'altro, ma enormemente diverso da come è stato o sarà digerito e posto nel cassetto doloroso dei ricordi. Sono un privilegiato, i miei cari, la mia casa i miei amici sono ancora tutti qui a vivere questa vita improvvisamente cambiata e segnata a fuoco.
Non mi piace lamentarmi, non lo faccio con me e non farò qui sopra, ma in questi giorni sento il peso di questa vita che mi ha reso, per certi versi, spietato.
Mi sento come l'anatomo patologo che viviseziona un cadavere senza mostrare emozioni, ma sta lì a concentrarsi sul suo lavoro. Il mio lavoro mi porta ogni giorno a recarmi sui "cantieri" dove si rimuovono le macerie di crolli avvenuti o abbattimenti controllati. Ho la responsabilità di assicurare la sicurezza di chi vi lavora, prevenire ogni azione che possa essere di nocumento alla salute pubblica e determinare le azioni da porre in essere nel caso vengano ritrovati materiali inquinanti. Lo faccio con profondo senso del dovere, soprattutto se penso che la salute e la sicurezza di molte persone dipendono  dalle mie decisioni. Non importa cosa si stia rimuovendo, e che cosa venga fuori da quel mucchio di sassi a volte maleodoranti al pari di un cadavere in decomposizione. Ieri mi è capitato di guardare per qualche secondo in più quello che è rimasto della gloriosa pizzeria "Fratelli Di Tommaso", ci sarete passati sicuramente davanti; di fronte al Tribunale, dai sicuro. A parte che non mi ricordavo del gommista che c'era, ma la cosa che più mi ha "impressionato" è che non ho provato emozioni, ero solo concentrato a fare il mio lavoro. L'ho anche cercato  quel sentimento di dolore e vuoto che mi ha dato per un pò di tempo attraversare luoghi e piazze straziati e umiliati. Pensare che la prima volta che passai in Via XX Settembre, era forse giugno o luglio 2009, era chiusa completamente al traffico, mi dissi che non ci sarei più passato per molto tempo...era troppo doloroso. E oggi ? Che cosa sono diventato ? Mi domando se tornerò a provare pietà o se continuerò ad essere immune, quasi anestetizzato, di fronte a tanto scempio. Per tornare a Bomba, l'emozione che sentivo era proprio la sua assenza. 
Tornerà il sole a riscaldare la mia anima congelata tra le urla silenziose di luoghi che morte dispensarono ad altri ma non a me.