Pensare liberaMente

domenica 18 novembre 2012

Stato di ansia

-->
Permettetemi di dirlo e pensarlo, ma questa domenica è una domenica irreale; avrei voluto dire “di merda”, ma mi sono trattenuto, …solo in parte.
A parte le condizioni metereologiche, che ci starebbero pure….d’altronde è autunno pieno, e almeno la prossima estate non potremo lamentarci “perché non ha piovuto quando doveva” ! Ma quello che mi fa stare male a punto da desiderare che venga presto lunedì e la routine quotidiana del lavoro e dello stare fuori casa, è la decisione presa dalla Amministrazione Comunale di proclamare “lo stato di allerta”.
Che poi stato di allerta di che ? Da quanto ho letto si tratta “solo” dell’interdizione al transito pedonale e veicolare al cuore della città…perché tutte le strade immediatamente adiacenti al cuore ancora ferito, restano aperte.
Chiusura per verifica dei puntellamenti !
Premesso che è una cosa che si sarebbe dovuta fare tempo e tempo fa, perché le funi di acciaio che avvolgono case e chiese si sono allentate, i telai in legno a sostegno degli archi hanno perduto spesso la loro funzione, rimanendo solo fine a se stessi, ma perché proclamare lo stato di allerta ?
Due o tre scosse di terremoto abbastanza ravvicinate ci sono state anche qualche mese fa, eppure non fu proclamato lo stato di allerta !
Adesso nessuno vuole prendersi la responsabilità di dire ne “A” ne “MA”….e allora che si fa ? Si alzano le barriere e ci si mette “ai posti di combattimento”….! Lo stato di allerta sale a DEFCON 1, tanto per non sbagliare.
Ma questo effetto sentenza Grandi Rischi, ha un prezzo anch’esso; dell’indotto psicologico non ne parla nessuno…del fatto che il consumo di psicofarmaci nel cratere sia vertiginosamente salito non frega a nessuno…!
Non un commento di apprezzamento o disaccordo alla decisione del Consiglio Comunale di dichiarare lo stato di allerta; c’è chi, in preda al panico, chiede al Sindaco cosa fare e poi lo chiama “assassino” !
Non si può vivere così! Forse qualcuno avvertirà una perversa soddisfazione nell’aver costretto le Istituzioni ad essere sottomesse e gregarie sempre e a prescindere.
Allora perché non chiudere scuole e uffici domani mattina, perché non vivere in un bunker antiatomico facilmente acquistabile su e-bay come residuato della guerra fredda ?
“Non abbiate paura” disse il Papa…! Ma come si fa a non aver paura, a vivere nel “disagio proclamato” ?
È come vivere con un cartello appeso al collo con su scritto “ricordati che devi morire”…! Un quarto d’ora e lo getti nel primo cassonetto che incontri.
Che modo di vivere sarà questo ? In perpetua tensione, in perpetua attesa, in perpetua stato di allerta.
E allora sapete che c’è ? Che mi viene voglia di andare via da qui, andare dove tutto è solo un po’ più semplice, andare dove l’astio e il rancore non farciscono il vivere quotidiano di persone avvelenate perché al vicino stanno abbattendo la casa e un po’ di polvere, malgrado tutto, si fa e basta.
Dove Giuliani e le sue previsioni non esistono, dove la sigla INGV non si sa cosa significhi, dove non serve scrivere per sedare la propria ansia, dove ricordarsi che si deve morire vuol dire “aspetta che adesso me lo scrivo”.
A volte, e adesso lo capisco, la ragion di Stato, va oltre e vede oltre il giusto; e dei vampiri io, oggi, non ne vedo segnale.

Nessun grazie,....affanculo.

martedì 6 novembre 2012

Petullà e "giornalisti" senza vergogna !



Senza vergona !
senza vergogna è l’unica cosa che mi viene da pensare e da dire.
Petullà che (notizia del giorno) passa il quiz tipo ad una giornalista locale, poi “pizzicato”, rassegna le dimissioni dall’incarico ricoperto qui a L’Aquila e chiede di rientrare nella sede del dipartimento della Protezione Civile a Roma.

Riassumiamo:
Roberto Petullà, il dottor Roberto Petullà, dirigente del dipartimento nazionale della Protezione civile, ed ex coordinatore della Struttura per la gestione dell'emergenza (Sge), il 26 ottobre u.s., alle ore 8:58, ha inviato una mail ad una giornalista di in portale giornalistico locale, con allegato (credo) il quiz tipo per il famoso e chiacchierato “CONCORSONE”.
A parte l’etica professionale, ma il dottor Petullà pecca anche di scarsezza di intelligenza ! Ma come ? Invii una cosa così delicata e per la quale sono tutti con il coltello tra i denti, dalla tua mail di servizio ad una testata giornalistica "nostrana" ?
Ma non stai bene, e se non stai bene ti metti in malattia e non rimani in questo territorio a romperci i cojoni, caro Petullà.
Io spero che il tuo gesta venga severamente punito perché altrimenti in questo paese vuol dire che chi è protetto può fare il cazzo del comodo che gli pare, tanto paga Pantalone.
E no ! Ti ci serve una punizione esemplare, per la leggerezza con cui hai agito nei confronti di tante persone e di un territorio nel quale la prima cosa che serve è legalità, rettitudine, serietà e rigore.
Voi da Roma venite qui, nel paesello di montagna e vi credete di poter agire come vi pare ? A calci nel culo, se ti incontro. Anzi prima ti ricopro di improperi e poi ti prendo a calci in culo. Poi denunciami….! Intanto la soddisfazione di averti fatto il culo a strisce me la sono tolta….! Troppe soddisfazioni mi devo togliere con voi “forestieri”.
Ma poi anche sti giornlistini ! Ma quale etica avete ? Ma diamine, lo sapete che sto concorsone è un ginepraio e voi per un po’ di contatti in più sul vostro portalino, sparate la notizia a nove colonne ? Ma proprio non ve ne frega niente di fare giornalismo, perché quello che avete fatto non è giornalismo, ma puro e semplice gossip di infima lega.

Io vi manderei in galera tutti e due o tre chi siete; Petullà, la giornalista che ha raccolto la soffiata e il direttore del portalino di provincia.
Siete senza vergogna e c’è chi vi paga per tutto questo…!

venerdì 26 ottobre 2012

...buona salute !


Mi è venuto da riflettere ieri sera guardando Michele Santoro e la sua trasmissione; la riflessione e le associazioni di idee che ha fatto il mio cervello non possono essere comprensibili se non nella mia testa, ma in questi giorni c’è stato un filo conduttore che ha animato in me la necessità di andare silenziosamente a fondo nelle problematiche della responsabilità civile e penale di chi ha tra le mani sulla vita della gente.
La prima cosa a cui ho pensato è stata la grande cura che impone la selezione ad esempio degli ufficiali dell’esercito italiano, siano essi piloti di caccia o marinai o forze speciali. Poi la mia attenzione si è spostata anche sulla selezione psico – fisica a cui viene sottoposto chiunque avesse voglia di entrare in un programma di addestramento per piloti civili o anche semplici piloti da turismo.
Tempo fa mi interessai al programma di selezione ed addestramento per piloti civili perché era ed è una cosa che mi piacerebbe fare. Ebbene andando a guardare sul sito dell’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) notai che anche in quel caso la cura e le qualità psico – fisiche vengono passate ai raggi X !
Beh mi sembra il minimo…! Sulla coscienza di un pilota gravano le vite dei propri passeggeri e del proprio equipaggio, quindi bisogna essere delle persone “sane” di mente…..ergo io sono escluso a priori !!!!
Banalmente ieri sera, guardando Santoro, (tra gli ospiti erano presenti Fini, Della Valle e Renzi) ho associato la vita di noi cittadini con la responsabilità che hanno i governanti nei nostri confronti.
Voglio dire, anche un po’ demagogicamente, che differenza c’è tra un pilota di linea ed un Ministro della Repubblica o un deputato al Parlamento ?
Entrambi, con le loro decisioni, possono influenzare positivamente o negativamente la parabola del nostro esistere….! Lo so il concetto è estremizzato, ma non è del tutto campato in aria, almeno secondo me.
E vengo alla riflessione: non sarebbe giusto e sano che tutti coloro che intendano svolgere funzioni apicali, cioè le cui decisioni sicuramente si ripercuotono su 60 milioni di persone, debbano essere giudicate da una commissione scrupolosa e attenta come quella a cui si sottopone, giustamente, un pilota di linea ?
In fondo nelle loro mani, nelle loro decisioni, nel loro lavoro quotidiano passa la vita di tutti noi ! O no ?
Voglio dire, quando feci la visita militare, i famosi “tre giorni” che oggi non si fanno più, anche io fui sottoposto ad analisi cliniche sia “di laboratorio”, che fisiche, che psicologiche, e tutto per sapere se fossi stato in grado di imbracciare un fucile e non sparare al primo che capitava. Essenzialmente mi parve così la cosa.
Ma la penna di un Ministro o del Direttore della Banca Centrale Europea, siamo sicuri che non possa essere pericolosa come un MG ?
Io una visitina a tutti quanti la farei fare…..così tanto per sapere che sono in “buona salute”…..!

TNX And see u soon !

giovedì 4 ottobre 2012

De "l'auditorium di Renzo Piano"



Oltre ad essere, per definizione, un popolo si santi, poeti e navigatori, ci scopriamo oggi anche un popolo di musicisti, innamorati della musica classica, tanto da accapigliarci per un posto al teatro.
Ma mica lo sapevo che tanti di noi andavano a fare la fila al botteghino della Scala per la prima stagionale !
Per non parlare poi del concerto di capodanno a Vienna  ! Che sorpresa sapere che innumerevoli di noi si beano ad ascoltare la filarmonica della capitale austriaca la mattina del 1° dell’anno !
Altro che città di malelingue, altre che San’Agnese, altro che !
Noi vogliamo ascoltare la musica classica, a prescindere ;-)
E così il tanto “chiacchierato” auditorium di Renzo Piano, diventa campo di battaglia, perché ovviamente, nessuno di noi è disposto a perdersi il concerto del maestro Abbado. Ma come non ci si è pensato prima dico io !
Vabbè, adesso la frittata è fatta….! L’auditorium può accogliere solo 250 o 200 appassionati per volta, ergo qualcuno dovrà rinunciare. È inevitabile.
Orta vediamo se usciamo indenni da questo ginepraio:
come detto l’auditorium ha posti a sedere finiti (finiti nel senso di “non infiniti”) e più precisamente un numero compreso, da quanto ne so, ma non è questo l’importante, tra 200 e 250 posti a sedere.
Calcolando che, in una popolazione residente come la nostra di 60.000 abitanti (?), tutti tutti, tranne uno (me), darebbero un litro di sangue (non me ne voglia l’AVIS) per ascoltare Abbado, il problema che si pone è bello grosso ! La soluzione sarebbe stata fa suonare il maestro in uno stadio….tipo l’Olimpico di Roma, così non si sarebbe fatto torto a nessuno.
Ah già l’acustica, che mi dicono essere DI-VI-NA all’interno del tanto criticato cassettone di legno di Renzo Piano. Una popolazione intera con orecchio assoluto a cui viene negata la possibilità di bearsi di cotanta beltà ? Oltre al terremoto, adesso dobbiamo subire anche questo scippo ? E no eh……
Ok, torniamo a fare i seri !
Siamo sfrangiati, egoisti, anarchici, assolutisti, misantropi mascherati da paladini della propria personale giustizia. Questo del concerto di Abbado è solo una delle tante incongruenze e opportunità per attaccare briga con le istituzioni o con il vicino di casa.
Eh si ! A noi, a molti di noi, basta poter rompere i coglioni al prossimo, non tanto per difendere i propri diritti, costituzionalmente garantiti, ma spesso, troppo spesso, solo per dire “SE NON POSSO IO, NON DEVI NEANCHE TU!”
Una polemica sterile, inutile e gratuita ! Se non ho letto male i posti per il concerto di Abbado sono stati riservati in parte per la delegazione delle Provincie Autonome di Trento e Bolzano (sponsor dell’auditorium), in parte per i rappresentanti delle autorità locali ed in parte per tutti, o quasi, i tecnici ed operai che hanno lavorato alla realizzazione dell’auditorium.
Oh signori e signore, notizia flash…..i posti sono pochi, sono 200-250, quindi qualcuno rimarrà fuori, fatevene una ragione.
E mi raccomando, per il prossimo concerto, tutti a fare la fila, anche di notte, al botteghino. Vi voglio vedere montare le tende e stare di corvè, come i neo possessori dell’iPhone 5. 

TNX and see u soon !

giovedì 7 giugno 2012

Senza titolo....


Ho bisogno di stendermi e chiudere gli occhi; rimanere in silenzio e spegnere i pensieri.
Ascoltare neutralmente i moti del mio corpo, senza averne paura e senza esaltarmi.
La musica, forse certa musica di Ben Howard, nelle orecchie, somministrata però da raffinate cuffie, che mi isolino da tutto il resto, tranne dal lento incedere del respiro e il sinusoide battito del cuore.
Rimanere inermi a sentire questa mole pesante, tanto pesante da percepirmi immobile e atonico, spento come un grande TIR fiaccato che fa rifornimento.
Nelle orecchie nessuna parla ripetuta maniacalmente negli ultimi tre anni e più o trentotto mesi e un giorno.
Allontanarsi da questa terra e dalla nuova tremolante; allentare la morbosa curiosità di sapere come va.
Semplicemente e naturalmente va.
Va tutto avanti anche se io per un po’ non gioco, anche se io per un po’ mi stendo in silenzio, senza neanche osservare.
Voglio fare quello che voglio, quello che sento, senza sentirmi additato e giudicato dai flussi sinaptici che disgraziatamente ho contribuito a collegare.
Si fermi la serotonina, si fermi ogni cosa, si fermi questo cazzo di treno che non ho scelto di prendere.
Voglio scendere e risalire sul mio treno, quello che passa tutti i giorni a tutte le ore e che io lascio andare, incapace di staccarmi dalla motrice sbagliata.
Ormai ti ho vista, so che ci sei e se, macchè, appena riesco a scendere da questo scompartimento nauseabondo, ti salto in groppa a sentire aria fresca sbattermi in faccia.
Il primo respiro mi entrerà dentro a portare via i legacci di tanta inconsapevolezza.
Attenta, ho le scarpe nuove e ho preso la rincorsa.
Arrivo vita mia.

mercoledì 23 maggio 2012

...quelle tende blu...


Quelle tende blu,
quei campi di calcio di periferia occupati e cosparsi di ghiaione bianco;
quelle cucine da campo;
quelle file per un pasto caldo;
quelle file di sebac
quel nome “COM”;
quegli occhi spaventati;
quei cani in cerca di padrone;
quell’incertezza dell’ora successiva;
quello smarrimento che nessuno può capire;
quella solidarietà che ti fa sentire un disgraziato;
quell’insistenza nel mostrare le ferite;
quella foto simbolo del dramma;
quel non accettare ciò che è successo;
quel sentirsi tradito dalla tua terra;
quell’odiare chi riesce a ridere;
quel rifiutare;
quel combattere dentro se stessi;
quel crollare;
quel sentirsi mosca bianca tra le mosche bianche;
quel rialzarsi pieno di lividi;
quella necessità di chiedere aiuto;
quella mescolanza di vecchi e nuovi traumi;
quel non ritrovarsi;
quel piangere di nascosto;
quel buoi dentro;
tutto rivissuto in una mezza mattinata di una domenica di maggio.
Ha fatto male e non me l’aspettavo;
cerco di vivere il presente, perché nel passato ci sono già stato.

martedì 8 maggio 2012

Che puzzle queste elezioni !


Non sono un politico, questo è più che noto. Non mi piace, non mi eccita e presuppone, come il matrimonio, troppi compromessi. Non ce la poteri fare.
Però sono uno che osserva, legge, ascolta e si interroga.
È passato il primo round delle amministrative aquilane, e abbiamo avuto una fumata nera…si va al ballottaggio, ma…cominciamo da Cialente: aveva detto che non essere eletto al primo turno sarebbe stato,…diciamo sconveniente per lo scarso peso politico che avrebbe avuto un voto pesante come quello che aveva chiesto; oggi leggo che è soddisfatto !
De Matteis, nonostante le chilate di guano con cui ha portato avanti la sua campagna elettorale, senza, a mio modo di vedere, proporsi e proporre, aveva paventato di spazzare via la vecchia amministrazione: i suoi portavoce (Imprudente in primis) già cantano vittoria al ballottaggio ed egli, De Mattesi è anch’esso soddisfatto…mah !
Ma passiamo alle liste civiche, saltando a piè pari il risultato di Verini…!
Se non ricordo male, tutti i candidati sindaci, volevano giustamente (altrimenti uno che si candida a fare) raggiungere almeno un consenso elettorale tale da permettere loro di fare lo sparring partner del ballottaggio contro Cialente.
Nessuno di loro ha minimamente raggiunto il risultato sperato, però tutti si dicono soddisfatti del risultato ottenuto, del voto di lista…del fatto che una lista civica sia stata più forte delle altre e altre considerazioni consolatorie che hanno distolto lo sguardo dall’obiettivo principale: diventare Sindaco.
Nessuno ha riconosciuto la sconfitta; nessuno ha detto “ho perso”…come al solito si è guardato al piccolo orticello tralasciando il fatto che le liste perdenti hanno “bruciato” il 30% delle preferenze.
Chi avrà un seggio chi due chi tre, chi niente. Come si può essere soddisfatti di ciò ?
Non sarebbe stato più onesto dire in campagna elettorale: sono certo che non raggiungerò mai i miei avversari (Cialente e De Matteis) però voglio partecipare per …mille altri motivi.
Ecco perché non mi piace la politica, perché nessuno dice quello che pensa, veramente, nell’intimo, agli elettori.
E richiamo il mio post all’unità cittadina, scritto ben prima dei giorni delle elezioni; invito a leggerlo !
Dalle urne è uscita una frammentazione di voti indecorosa per una città che deve ritrovare la propria identità unendosi attorno ad un unico progetto condiviso.
Macchè, macchècazzo…!
Eppure sono tutti contenti e io invece mi sento scontento, coglione e anche un po’ cornuto.

domenica 6 maggio 2012

Povera Italia, poveri noi !


Italiani, popolo di navigatori, santi e poeti. Una volta.
Oggi popolo di disperati costretti a gesti estremi perché il fardello della crisi passa e schiaccia tutto e tutti.
È un bollettino di guerra che a nessuno sembra poi interessare molto. Se ogni imprenditore, commerciante e povero cristo che si è tolto la vita fosse trattato come ogni coraggioso soldato caduto in medio oriente o giù di lì, beh forse il Parlamento si sarebbe interrogato se ritirare le truppe o meno.
Si sarebbe dato un segnale di interesse al macabro fenomeno.
E invece nulla. Il silenzio. Solo il silenzio del dolore dei familiari, spesso ignari della disperazione del proprio congiunto.
Certo è che se continuiamo a ingrassare le banche con i debiti di stato, stiamo pur sicuri che da questo pantano non se ne esce.
In fondo le banche, non la BCE, fanno i propri interessi: prestano i soldi a strozzo ! E più si è indebitati e più costoro ammonticchiano soldi.
Non son o un economista, non ci capisco niente, ma anche io ho un mutuo e ob torto collo ho imparato che le banche non sono opere pie, ma associazioni a delinquere.
Si era paventata l’idea di spostare il debito pubblico sulla Banca Centrale Europea in modo da controllare l’interesse passivo; è stato fatto ? Ma poi sarebbe una strada percorribile ?
Odio fare demagogia, e credo che se anche si riducesse l’indennizzo di parlamentari, ministri e onorevoli vari, la Casta troverebbe il modo di incularci di nuovo, come ha fatto con il finanziamento pubblico ai partiti; abbiamo addirittura fatto un referendum per dire NO al finanziamento pubblico e Loro che si sono inventati ? Il rimborso elettorale !!!!!
Non è un bel periodo per la nostra Italia. Questi quattro decorticati che ci governano, ricordo, che sono i portaborse dei portaborse dei portaborse dei politici della prima Repubblica.
Quelli almeno spartivano equamente e negli anni 80 l’Italia, come si dice…rompeva i culi.
Oggi abbiamo il trota che si laurea in un anno in Albania, dopo aver ripetuto la maturità per ben tre volte !
La lega che si frega soldi su soldi, dopo aver sbandierato e urlato ai quattro venti “ROMA LADRONA” !
Che fine hanno fatto Mazzini, Garibaldi e Cavour ?
Che fine ha fatto l’amor di patria ?
Che fine ha fatto il senso civico ?
Che fine ha fatto l’Italia ?
Ben venga un “Ché” che spiani questa montagna di anti-stato sociale che loro chiamano welfare; si buttino giù palazzi e mausolei; si riparta dal punto in cui era possibile vivere del proprio lavoro e non morire per esso.

lunedì 23 aprile 2012

Il voto più importante....


Siamo a meno di due settimane dal voto più importante della nostra vita. A meno di eventuali ulteriori disastri cui dovremo pagare dazio, non credo, che per il resto della nostra vita, saremo chiamati ad esercitare il nostro diritto – dovere di cittadini italiani ancorché aquilani, attraverso un voto di cotanta importanza.
Mi sarei aspettato una città unita, utopizzando un unico candidato Sindaco, cui la gente, noi, avremmo fatto quadrato attorno e difeso con i denti, come egli sarebbe stato altrettanto pronto a fare la stessa cosa per difendere i nostri diritti. Ma questa è fantapolitica ! E poi c’è bisogno democratico di una opposizione.
Senza nasconderci dietro un dito, e lontana da me l’idea di fare campagna elettorale, la “lotta” è ristretta tra il Sindaco uscente, Massimo Cialente e Giorgio De Matteis.
Mi sarei aspettato una certa convergenza verso i programmi dell’uno o dell’altro, un certo “smussamento” delle posizioni, come ha ben (stranamente) fatto D’Eramo e la sua Prospettiva 2022. Ci sarà un accordo del tipo ”do ut des”, come funzionale alla politica italiana, ma almeno mi è apparso un atteggiamento tendente alla città dell’Aquila, e non al personalismo elettorale, che tra l’altro si sarebbe dimostrato tanto debole quanto quello degli altri sei candidati.
Essi non hanno, a mio modo di vedere, nessuna possibilità, neanche di andare al ballottaggio.
Non tutti e sei avranno voti sufficienti per avere un consigliere comunale, mentre tutti e sei messi insieme indeboliscono il peso politico di una ipotetica vittoria al primo turno di Cialente o De Matteis.
Una cosa è presentarsi al Governo Regionale e Nazionale con l’appoggio di una città intera, un altro è andarci, passatemi il termine, con le “pezze al culo”, presentando un Sindaco espressione di una parte decisa della cittadinanza ed una parte indirizzata dal voto di ballottaggio.
Certo siamo in democrazia, ma questa volta, come ho spesso detto su questo blog, abbiamo bisogno di un condottiero, un generale forte di ogni soldato del suo esercito.
Abbiano gli sconfitti annunciati la consapevolezza di aver indebolito la città, e non arricchita.
Abbiano gli sconfitti annunciati la consapevolezza di aver disperso voti, voti preziosi che sarebbero pesati come macigni ai tavoli delle decisioni.
Abbiano gli sconfitti annunciati la consapevolezza di aver mostrato all’Italia, una città in lite con se stessa, non coesa ma rissosa e smembrata.
Abbiano gli sconfitti annunciati la consapevolezza che mai come in questa occasione la città avrebbe avuto bisogno di una maggioranza coesa e di una altrettanto opposizione espressione di una competizione bipolare.
Vogliano i miei concittadini onorare la città, rendendola forte davanti alle scelte che sarà chiamata a compiere nei prossimi 5 anni