L’ultimo chilometro del 2015,
ancora qualche pedalata, ancora qualche passo e anche questo è andato.
I miei bilanci già li ho fatti e
non starò qui a dire quello che di più è mio.
Certo a rileggere i post di
quest’anno qualcosa si capisce, ma a un certo punto è naturale e salutare
mollare il colpo e lasciare che vada come deve andare.
In ogni caso è stato un anno di
forti chiaroscuri, tinte sempre forti, a volte accecanti e violenti neri…come
anche piacevoli bianchi.
Non è stato uno zero a zero, sia chiaro.
Ma come non ringraziare i
compagni di questo mio viaggio?
Quelli che mi hanno fatto sentire
a casa ovunque fossimo e ovunque fossi, quelli che mi hanno shokkato quando ce
n’era bisogno, quelli che mi hanno amato sinceramente e anche quelli che mi hanno
deluso.
Già! Perché una delusione è
sempre un’occasione (spesso persa) per guardarsi dentro con più criticità,
analizzare, prendersi oneri e onori, rimanere a volte congelati dentro il colpo
di frusta dei dolori di mente e corpo. Capire.
È un sorriso amaro, ma è un
sorriso.
Qualcuno è andato via e qualcuno
è rimasto o comparso sulla mia strada.
Grazie per quello che mi avete
dato, regalato, negato e tolto.
Grazie per le emozioni. Tutte!
I buoni propositi per il 2016
sono sempre gli stessi, e come sempre, come largamente succede, arrivati a
questo punto, a questo ultimo chilometro, sono rimasti solo buoni
propositi…almeno in parte.
La vita ti mette sotto le scarpe
strade che non ti aspettavi, anche se spesso e volentieri in quelle strade ti
ci cacci da solo, e da solo, se vuoi, te ne devi tirare fuori.
Mi porto nel 2016 una frase
importante, oltre a tutto me stesso: “prenditi
cura di te !”
Forse sarò un po’ più egoista o
più altruista prendendomi cura di me, ma è quello che necessito.
Il passato non lo posso cambiare,
il futuro non lo posso prevedere e il presente lo posso solo vivere con
coraggio, gioia o tristezza e spero serenità.
A chi mi ha dato male lascio il
gusto, il rimpianto, il rimorso o l’indifferenza di quel male.
Ognuno sa cosa gli è rimasto
dentro e prima o dopo si capirà da se.
Senza fretta, metto un piede
avanti all’altro mi prendo questa vita perché è la mia e a ben pensarci è
l’unica che mi è stata data in dono, a me come a tutti.
Solo un monito (rivolto
ovviamente anche e soprattutto a me stesso): non siate ipocriti, bugiardi, non
tradite voi stessi e soprattutto non fate promesse se dentro sapete di non
poterle mantenere fino in fondo; anche se è l’ultimo chilometro, di un anno, di
una vita, di quello che vi pare, del lavoro dello studio, non è ancora finita,
ed è proprio quando si è sicuri di avercela fatta che cala la concentrazione e
il filo sottile sotto i piedi nudi può cominciare a vacillare pericolosamente,
lasciandovi, se siete fortunati, appesi ad una corda sospesa nel vuoto.
Quante gare perse per troppa
sicurezza!!!
TNX and see u soon