Alle
6:30 del 28 maggio l’aria è fresca a L’Aquila, neanche a dirlo; sono uscito sul balcone per
definire gli ultimi dettagli dell’abbigliamento della prima tappa.
La
destinazione è l’Ulster (Irlanda del Nord) e l’Isola di Man (TT Trophy), il
bagaglio è pronto come tutto il resto.
Manca
solo il beauty dove mettere spazzolino e dentifricio, poi posso chiudere e montare
la borsa waterproof sulla sella della moto.
Comincio
a vestirmi, pantalone, stivali, maglia tecnica a manica lunga, l’amata camicia
di jeans e giacca.
Ultimo
sguardo e chiudo la porta di casa; la moto è bella e pronta. Carica, come me.
L’appuntamento
è sull’A14, autogrill di Tortoreto Est alle 9.15.
Arrivo
leggermente in anticipo, giusto il tempo di fare colazione e fumarmi una
sigaretta; mi sento molto rilassato ed eccitato; come facciano a convivere
queste due emozioni dentro di me non lo so, ma così è!
La
“troupe” arriva, altri tre globetrotter in sella ai loro “ferri”; sono Glauco,
Ludovico e Carlo.
Poche
chiacchiere, si parte.
Riguardando,
settimane dopo, i passaggi al Telepass, mi accorgo che usciamo ad Aosta-Monte
Bianco alle 16.20…!
Bella
tirata.
Passiamo
il mote Bianco per 29,50 € e siamo in Francia.
L’unica
cosa comoda delle autostrade francesi è che hanno gli autogrill con albergo.
Saliamo
ancora per qualche centinaio di chilometri, c’è ancora tanta luce; poi, stanchi
imbocchiamo un autogrill.
Per
il primo giorno 1200 chilometri possono bastare.
Doccia,
trucco e parrucco (siamo praticamente tutti e quattro pelati), jeans, t-shirt e
scarpe comode.
Ceniamo
mentre fuori si scatena il diluvio universale…l’abbiamo lisciato per fortuna,
due chiacchiere una sigaretta e buonanotte, domani si parte presto, c’è da
raggiungere la costa della Manica.
Per
scrupolo Glauco controlla la disponibilità di posti sul traghetto da Cherbourg a Dublino:
booking off!
Poco male, siamo in moto e
cambiamo programma: Dieppe-Newhaven, ci facciamo un po’ di Galles.
La mattina presto arriva presto,
tutti pronti, si va.
Siamo a Dieppe in poche ore,
assicuriamo le moto nella stiva e ci godiamo la traversata di quattro ore su delle
comode poltrone che non disdegnano una pennichella.
Attraccando a Newhaven ci
ricordiamo di due cose: siamo un’ora indietro e soprattutto si guida a
sinistra. Per me è la prima volta, ma in moto sei neutro, non come in macchina
che guidi a sinistra, quindi problemi zero…solo un po’ strano…ma passa subito.
Saliamo su dalle coste delle
manica per un centinaio di chilometri; la giornata è stata lunga e faticosa.
Troviamo da mangiare e dormire,
forse anche un pub per una pinta, ma ben presto siamo a letto; i nostri altri
mille chilometri li abbiamo fatti.
Sveglia con il caffè di Glauco,
che porta sempre con se la moca e quanto serve per farsi un caffè in camera.
In meno di un’ora siamo in sella
pronti ad attraversare il Galles; stasera si dorme Dublino!
A Holyhead ci imbarchiamo e in
tre ore siamo in Irlanda, l’isola di smeraldo. Un sole sfavillante ci accoglie,
fa anche caldo e nei due giri e passa attorno al centro di Dublino mi sudo
quello che non avevo fatto prima!
Glauco è concentrato a cercare la
traversa che ci avrebbe portato a ridosso di Temple Bar tanto che brucia non
uno, non due ma ben tre semafori rossi. Noi tre a seguire, ne bruciamo uno, poi
due…al terzo ce la facciamo una domanda…e ci fermiamo.
Più tardi Glauco non ricorderà di
aver visto i semafori…! Vabbè cose che capitano...!
A Temple Bar è festa, il sole è
ancora alto, come la latitudine che abbiamo raggiunto, e ragazzi e ragazze sono
ben felici di godersi il “famoso sole di Dublino”.
Abbiamo una camera in un ostello
proprio sopra Temple Bar. Ci affrettiamo e in un’oretta siamo tutti belli
docciati ed in borghese.
C’è ancora luce, incredibile.
Il Temple Bar, quello con l’insegna
rossa ad angolo esige una pinta; e sia.
Rimaniamo nel centro sempre
stracolmo di gente che viene e che va; nonostante un filo di stanchezza non se
ne parla di ritirarsi.
Andiamo in un altro pub poco
fuori il cuore pulsante di Dublino e mangiamo lo spezzatino marinato nella
Guinnes. Delicious !!!!!!
Torniamo tra la movida, un altro
paio di pinte vanno giù, si è fatto buio anche a Dublino e tomo tomo cacchio
cacchio ci ritiriamo nei tre metri quadri della camera dell’ostello.
Domani ci aspetta la Atlantic
Wild Way !
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