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lunedì 2 luglio 2018

...cambio idea


Solo i sassi non cambiano idea.
Assunta, e fatta propria questa oggettiva verità, si è rotta la stura di una miriade di convinzioni che erano in affitto perpetuo dentro di me.
Parliamo di comunicazione? Si, beh tanto perché decido io e poi perché mi scappa di parlarne.
Ok partiamo. Uno: È impossibile non comunicare.
Dato per certo questo postulato, leggevo l’altro giorno (ma potrebbe essere anche l’altro mese) di una scolaresca che ha fatto una gita di tre giorni lasciando a casa il cellulare (idea immagino dei docenti).
Non si fosse rotta la stura avrei, come adesso, commentato positivamente l’iniziativa, ma lo avrei fatto ”scagliandomi” contro il silenzio comunicativo che predomina in questa era.
La voce sostituita essenzialmente da messaggi o messaggi vocali ai quali manca, prima di tutto, il contraddittorio, nel caso del semplice messaggio, non messaggio vocale, manca dicevo, il tono, il timbro, il carattere a ciò che si vuole dire.
Un’involuzione all’era del pre-telefono o della pre-radio, quando si comunicava, a distanza, esclusivamente per via epistolare o, per chi poteva, per il tramite di un cavaliere od un portavoce.
Ma siamo sicuri che la nostra, quella della nostra era, sia una comunicazione involutiva?
Ecco questo è il momento sciogliente, il punto di rottura del mio buffo, e a volte incomprensibile, ragionamento dentro.
Voglio dire, ad ogni era si è utilizzato il massimo della “tecnologia”, o per meglio dire, il massimo degli strumenti che si avevano a disposizione.
Se non lo avessimo fatto, non ci saremmo evoluti e, paradossalmente, non accettando la “novità”, avremmo rischiato l’estinzione.
È palese che parlo per assurdo, ma neanche tanto.
Il fuoco, dall’uomo agricoltore al cacciatore per mezzo delle armi, e via via fino all’atomica, non la bomba, quello è stato un disgraziato utilizzo, ma l’energia atomica, fino ad arrivare a quelle fonti che esistono e aspettano solo di essere scoperte; forse manca solo la tecnologia, o la volontà politica, o la libertà per scoprirle; ma il progresso è, ed è giusto che lo sia, inesorabile come il tempo e la morte.
Quanti scienziati, o distratti inventori della storia, cercando ossessivamente qualcosa, hanno scoperto altro?
I raggi X, nati dal daltonismo di Röntgen, la penicillina di Fleming, la dinamite, il forno a micro-onde e perfino il Viagra; tutte invenzioni rivoluzionarie che hanno cambiato il corso della storia o la condizione umana.
E allora mi chiedo, se abbiamo cominciato ad un certo punto della nostra storia a comunicare con la parola, abbandonando forse gesti e disegni, qual è il passo successivo alla comunicazione non verbale?
Si dice, non tanto velatamente, che utilizziamo solo una porzione del nostro cervello; chi dice il 20% chi altro. Poco importa.
E se un giorno, verosimilmente abbastanza lontano, cominciassimo a comunicare per via cerebrale? Onde radio in grado di attivare specifiche aree del cervello. WOW!!!!
Chi studierà la genesi di quella comunicazione, fino dove dovrà spingersi per fissare il punto zero in cui abbiamo piantato il seme di questa mia “delirante” provocazione?
E allora, tanto per cambiare idea, che il progresso faccia la sua parte, e non scordiamo mai che diverso non sempre è “pericoloso”.

PS: certo che però a tavola potremmo anche riporre il telefono !

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