Guidare
la moto tra le curve del nostro appennino ancora innevato mi rilassa la mente,
mi svuota dalle scorie di un inverno indecente, quasi brutale.
Guidare
la moto mi viene facile, e riesco a lasciar andare i pensieri, ad ossigenarli a
vederli più chiari, anche dentro quella curva tirata per le orecchie e un po’
troppo allegra.
No,
non c’è nessuno lì dentro. Solo io.
E si
è fatta più lucida una riflessione, che con l’andare su due ruote non c’entra
niente.
I
fatti del tribunale di Milano.
Terribili,
deprecabili, violenti, disperati.
Ho
seguito qualche trasmissione che si è avventata sul fatto come una mosca sulla
merda.
Nessuno,
e dico nessuno che, oltre a condannare l’accaduto e ribadire che c’è stata una
falla nel sistema di sicurezza di difesa e controllo del tribunale di Milano,
abbia accennato, anche solo lontanamente, al perché.
Non
al perché ci sia stata un varco aperto, ma al perché di un gesto così estremo.
Hanno
detto solo che è stato un signore impazzito.
Ho
avvertito una certa paura nei commentatori, politici, magistrati e forze
dell’ordine.
La
paura di ammettere che questo gesto possa dare la stura a tanti emuli.
Credo
che sia finita l’epoca dei suicidi di Stato.
Credo
che, vedendo l’inutilità del gesto estremo di fronte al muro di gomma di uno
Stato falsamente sordo, questo signore si sia trasformato in un assassino senza
quartiere.
Ha
preferito condannare a morte altri piuttosto che se stesso consapevole che la
premeditazione lo porterà, giustamente, all’ergastolo.
Nessuno
allora ha voluto parlare del disagio sociale nel quale sempre lo Stato ha portato
tanti cittadini, trasformandoli prima in assassini di se stessi e poi, come si
è verificato, in giustizieri di se stessi.
Quanto
siamo vicini a una vera e propria rivolta?
Quanto
siamo vicini a una mattanza di uomini, che, secondo una logica perversa,
diventano bersaglio della vendetta di chi è con il cappio al collo?
Troppo.
Prime
misure? Blindare i tribunali! E si è visto il giorno dopo.
Ma
se invece di blindare i tribunali si agisse perché a nessuno venga voglia di
dare sfogo alla propria disperazione?
A questo
non è possibile pensare?
Si
deve per forza continuare a far finta che quello sia stato solo un pazzo?
Si,
il gesto è stato folle, assolutamente. Ma è meno cruento di uno Stato che
lascia morire di fame milioni di pensionati con la minima, milioni di
disoccupati, giovani e meno giovani ?
Uno
Stato che pretende i suoi dazi, tutti, maledetti e subito, ma paga le commesse
alle aziende dopo mesi e mesi.
Di
chi è la responsabilità sociale di quanto accaduto?
Siamo
sicuri che, oltre alla responsabilità materiale e morale, anche quella politica e
sociale, sia di uno sconosciuto signore che indisturbato è entrato in un palazzo
dello Stato con due caricatori pieni e ha spento tre vite ?
Io
non ne sono tanto sicuro ed ho paura.
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