Alla fine è arrivato, come si
sospettava, come si sapeva, come ogni 52 settimane, come sempre.
Un nuovo anno.
Il 2018
Come dovremmo cominciare a
chiamare questi anni ?
Primo ventennio del 2000 ?
O abbreviare come facevamo
nel 1900…98, 99 e chiamarli 18, 19 etc etc ?
Mi rimane difficile non metterci
il 2000 davanti.
Ma vi ricordate quanto sembrava
lontano ed improbabile il 2000 ?
Nessuno credeva che fosse mai
arrivato.
Io credevo che non sarebbe mai
arrivato.
Ricordo "Spazio 1999" nel Tv in bianco e nero, e tanti,
tantissimi programmi che alla fine non si sono neanche avvicinati a descrivere
i giorni che sono arrivati.
Le cabine telefoniche a gettoni,
il prefisso telefonico !
Ma avete visto quanto è grande oggi l’elenco
telefonico dell’Aquila e Provincia ? Un opuscolo di 20 pagine in formato A4!
Ricordo prima l’elenco con tutti
i numeri della Regione e poi solo della Provincia.
Roma aveva due tomi A-L e M-Z !
E le automobili?
Basta va’!
Tanto è sufficiente
girare su Youtube e guadare “Anni ‘80” e “Anni ‘90” per rivivere “i vecchi tempi”.
Oggi. Oggi chi si azzarderebbe a
disegnare i prossimi 30 anni ?
Neanche il più scriteriato dei
visionari; beh forse lui avrebbe il coraggio di immaginare, ma scommetto che
farebbe un buco nell’acqua.
E a voi, miei compagni di
viaggio, com’è andata finora ?
Dai banchi di scuola, ai campi da
rugby, alla Gran Sasso, per finire al vicolo della Champion, al Credito a vicolo
Pizzo Doca o Fabio Cannella, al Capo.
Quante generazioni !!!!!
Poi mano a mano che ci
diplomavamo tutto è andato sbiadendosi.
Ci siamo rincontrati nelle serate del
Cavour e la movida (mai immaginata) attorno a piazzetta San Biagio; un delirio.
Una follia su tutte: il Nafta !
Eh ! Lo so, ma come tutte le cose,
come potevamo immaginare che avremmo ricordato tutto questo dovendo scavalcare
una brutta cicatrice, che divide il prima dal dopo.
Noto, mano a mano che andiamo
avanti, che la linea netta segnata quella notte, si fa meno netta, forse perché
intanto abbiamo messo quasi 9 anni di distanza da allora ad oggi, ma intanto ci
siamo persi molto più velocemente di quanto avremmo fatto naturalmente.
Chi ha cambiato continente,
nazione…regione, chi non c’è più, sposati, separati, con o senza figli,
dirigenti, avvocati, ingegneri e posti fissi.
Già ! Le nostre strade si sono
diramate, incrociate fugacemente ed allontanate altrettanto, come le radici di una quercia: direzioni inimmaginabili.
Inimmaginabile: eccola la parola
che cercavo; ho dovuto scavare un po’ dentro ma credo che saremmo tutti
d’accordo, tutti noi che, con i nostri motorini, invadevamo quel vicolo che
oggi ci guarda ancora, sono sicuro, con gli occhi di quello che eravamo per
lui.
Auguri cari amici, ma non per
questo ’18, ma per dove e come siamo arrivati, auguri per i prossimi
“inimmaginabili” anni.
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