Pensare liberaMente

sabato 29 ottobre 2011

Moderne mondine

È più di qualche giorno che penso a come presentare e scrivere questo post, come renderlo denso di notizie e leggero nella lettura. Spero di riuscirvi. A come esprimere tutta la mia frustrazione di fronte a tanta imperizia (casuale o voluta), a tanta indifferenza da parte di chi si prepara a buttare sul tavolo da gioco le proprie fiches per provare a governare la città per i prossimi cinque anni. Nessuno, per quanto sentito e letto, ha ultimamente speso una parola a favore o contro, o un’opinione sull’argomento rimozione macerie da crollo o da abbattimento programmato. Se ne è densamente parlato all’indomani della cosiddetta “rivolta delle carriole”, ma poi ?
Si sono andati aprendo cantieri, ma che cosa succede dentro questi cantieri. Chi vi lavora e come ?
Sono entrato in confidenza con le moderne mondine che, chine sull’asfalto, raccolgono e separano quello che, una volta steso da una pala dei valorosi V.FF., è doveroso ed utile separare e riciclare.
Ferro, plastica, legno, vetro…ma anche materiali pericolosi, primo fra tutti l’amianto.
Ma la mia indignazione, la mia frustrazione, il mio dissenso trovano terreno fertile per lievitare quando, giornalmente, mi reco sulle linee di rimozione macerie, e osservo inerme, uomini del XXI secolo, lavorare come schiavi del 1700 nelle coltivazioni di cotone, come servi della nobile civiltà egizia, come, appunto, mondine di fine 800 dell’alessandrino.
Vedo in loro la privazione di ogni dignità, costretti, a stare “a culo all’aria” per otto ore, sotto il sole di agosto e la strina di dicembre, con la pioggia e tra la polvere, 365 giorni l’anno, per quasi mille euro al mese.
Mi sono fermato a parlare con loro, sono ragazzi, spesso molto giovani, alla prima esperienza “lavorativa”, ma anche padri di famiglia molto più in là con gli anni di me.
Molti sono lavoratori interinali, altri sono riciclati dalle municipalizzate cittadine…ASM, personale che opera (di solito) sugli impianti sciistici di Campo Imperatore, ma tutti indossano una tutina bianca buona solo, forse, a non far impolverare i vestiti che portano sotto, una mascherina per non respirare la polvere che immancabilmente, nonostante la continua opera di “annaffiatura”, si alza dai cumuli di macerie sdraiata a terra in attesa di essere trattate dalle nostre moderne macchine separatrici.
Ci siamo fermati un giorno a fare i conti della serva, ebbene, senza tirarla troppo per le lunghe (se però volete saperlo lo scrivo), con questo metodo, con questi mezzi e con queste risorse, lavorando 365 giorni l’anno, per trattare, rimuovere e conferire in discarica i 2.500.000 metri cubi di macerie, ci vorranno 34,6 anni.
Se non spaventa questo beh…facciamoci visitare.
Che cosa ci si riempie la bocca di ricostruzione sicura al 100%, di fidejussioni, di questo e quell’altro se per i prossimi 34,6 anni saremo ancora qui a fare avanti e dietro con la cava ex Teges ?
Sindaco, candidati sindaci, ho inviato delle mail a tante ditte (italiane) produttrici di separatori, sminuzzatori, recuperatori…di macerie o rifiuti che dir si voglia.
Queste macchine sono in grado di separare per colore, tipologia di materiale (alluminio, ferro, plastica, vetro…), peso, diametro e chi più ne ha più ne metta.
Ma la cosa più bella e tremenda è che, alla mia richiesta (motivata dalla descrizione di cosa si stia vivendo in questa “moderna” città) di preventivo, quelli che mi hanno risposto, mi ha detto “sig. Bove, il problema non è il costo, è quello che lei intende far passare dentro il separatore. Si fa uno studio e si calcola il costo”, cioè, non esiste una macchina o più macchine da mettere in serie (volendo si può), ma te ne costruiscono una fatta su misura per le tue esigenze: basta dire quali sono le nostre esigenze.
Le nostre (spero di poter parlare per molti aquilani) esigenze, sig. Sindaco, signori candidati sindaci, sono quelle di fare presto, bene ed in pieno rispetto delle leggi, ma soprattutto senza calpestare la dignità di uomini che raccolgono chini uno stipendio da fame.
Poi mi è venuto in mente un pensiero cattivo, ma, come diceva Andreotti, “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si prende”…questi lavoratori, insieme alle loro famiglie rappresentano voti.
Ah !!!!!

2 commenti:

  1. Per onore di cronaca, posto quanto pubblicato su aquilatv.it

    mercoledì, 16 novembre 2011 –

    L'AQUILA - E' stata posizionata nell'ex cava Teges, in località Pontignone a Paganica, l'"arma segreta" che permetterà l'accelerazione dello smaltimento delle macerie nel cratere sismico. Si tratta di un trito-vagliatore che l'Aquilana Società Multiservizi (ASM) ha avuto grazie ad una convenzione di comodato (fino a giuno 2012 ndr) tra l'azienda stessa, il soggetto attuatore, l'ingegner Giuseppe Romano e l'azienda aquilana CSA.

    Secondo il presidente della municipalizzata Luigi Fabiani "si riusciranno a triturare circa 2000 tonnellate di macerie al giorno e stimiamo in due anni e mezzo il tempo necessario per smaltire circa un milione e mezzo di metri cubi di macerie pubbliche (crolli e demolizioni)". "A scadenza della convenzione valuteremo l'eventuale acquisto del mezzo".

    "Stiamo incrementando - continua Fabiani - il numero di operatori che si occupano della selezione e smaltimento macerie per arrivare a pieno regime ad avere circa 10 linee attive che opereranno contemporaneamente in altrettanti cantieri". "Stiamo inoltre valutando l'ipotesi di "industrializzare" le linee con l'acquisto di nastri trasportatori mobili da poter utilizzare anche in strutture coperte per non bloccare il processo durante l'inverno".

    "Dopo un fase di stallo, causata da problemi amministrativi - conclude Fabiani - grazie alla fattiva collaborazione con il soggetto attuatore (Ing Giuseppe Romano) l'intera "macchina" a breve sarà a pieno regime".

    Secondo il crono-programma i prossimi siti dove si andrà ad operare sono Paganica, Arischia, Villa Sant'Angelo, San Gregorio e Castenuovo di San Pio delle Camere.

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  2. Ho visto questa notizia questa mattina nello status di FB di Carlo Benedetti.
    C'era un commento fulminante: "e ci sono voluti 30 mesi?"
    Certo meglio 30 mesi dopo che mai, ma un po' d'amarezza per i soliti tempi aquilani rimane.

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